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La distesa di sabbia rosa


La conca di Murzuq si estende a ridosso del confine libico con il Niger e l’Algeria. A differenza di altri grandi Erg libici è un’unica immensa distesa di sabbia, dalle tinte rosate, quasi cremisi nelle ore serali. Il ghibli soffia impetuoso in quasi tutte le stagioni, rombando attraverso i valloni della regione settentrionale.
L’Edeyen Murzuq è un unico grande erg, paragonabile come estensione all’erg Chech in Algeria, all’Erg di Bilma in Niger. Pur essendo tale, tuttavia, nel suo insieme presenta zone assai diversificate.
La regione settentrionale, pur presentando massicci e dorsali dunarie alte oltre 200 metri (afrath), con grandi dune piramidali (ghurda), presenta numerosi corridoi che agevolano l’accesso ai fuoristrada, a volte intervallati da residui di catene collinari che si presentano sotto forma di piccoli rilievi a cima piatta, le gare. E poi ancora grandi spianate, le hamadat, di sabbia compatta e solamente increspata di piccoli rilievi.
Scendendo verso il centro dell’Erg i massicci divengono sempre più caotici, ed i gassi si fanno via via più stretti, fino a scomparire del tutto. Alcune spianate argillose con sedimenti salini si aprono nel circo di dune quasi al centro dell’erg: sono le ultime vestigia dei grandi laghi che qui si trovavano circa 8000 e più anni fa, quando la conca di Murzuq fungeva da bacino di raccolta delle acque dei torrenti provenienti dai Messak.

Gli abitanti del Neolitico risiedevano qui, nella pianura, accanto ai complessi lacustri. Nei Messak vivevano gli sciamani di origine boscimane, quasi certamente gli autori dei graffiti, che con la loro presenza davano al luogo un valore di sacralità.
Continuando la discesa attraverso l’erg verso Sud si incontrano ancora imponenti cordoni, degradanti via via che si scende al sud in una vasta pianura sabbiosa, appena sollevantesi in dune a dorso di balena. In questa zona apparentemente facile dal punto di vista della guida su sabbia vi sono numerosi catini di fech fech, facilmente individuabili grazie al colore biancastro della sabbia che li compone. L’intera conca sabbiosa dell’erg è circondata da un’hammada che conduce agli altipiani dei Messak: il Settafet a nord ed il Mellet a ovest. Entrambi gli altipiani sono caratterizzati da una scarpata terminale, una falesia di circa 200 metri nel Settafet, a picco sul oued Ajal, più bassa nel Mellet, degradante in quest’ultimo nella spianata sabbiosa che porta all’Erg Ouan Kasa.

Pochi valichi accessibili non solo alle auto ma anche ai dromedari rendono non facile l’accesso al Murzuq. Non pochi i passi che vengono utilizzati per accedervi: Abahoa, Tilemzine ed Anai nel Mellet e Maknousa nel Settafet. Una breccia artificiale, nei pressi di Germa, permette l’accesso all’erg passando attraverso la valle di Berjui, con il suo imponente progetto agricolo, ed il piccolo valico di Elauen, sede di un posto militare fisso. All’estremo est la conca dell’erg degrada in una pianura sabbiosa che porta alle oasi di Traghen e Murzuq Città, nonché a Zwila e Tummu.
Nei pressi degli abitati si possono vedere gruppi di tumuli di sabbia, tamerici ricoperte dalla sabbia di riporto e da essa soffocate.
Anche nel passato più remoto la conca di Murzuq non venne mai utilizzata come rotta carovaniera, per l’altra sua caratteristica particolare: l’assoluta inesistenza di pozzi in tutta la conca. Uniche eccezioni le guelte di Mathendousc, troppo settentrionali per essere utilizzate da carovane provenienti da sud.
Basti pensare che lungo la pista Derji - Edri nell’erg Awbari si possono toccare fino a 10 pozzi in 500 km! Qui, da Tilemsine a Murzuq città non ce n’è neanche uno! Intorno a Murzuq città ed a Traghen si riescono invece ancora a vedere le vestigia di grandi paludi, ultimi resti dei laghi del Murzuq, in un recente passato causa di epidemie di malaria in tutta la zona, poi bonificata dagli italiani durante la colonizzazione.

Nella conca oggigiorno vivono diverse famiglie di Tuaregh, la maggior parte dei quali impegnati nell’oasi di Berjui. Fanno parte delle famiglie del kel (tribù) d’Akakus, o degli esuli provenienti dal Niger e dal Mali dopo l’ultima ribellione e la conseguente strage di Tin Tchabaradene. A tale proposito occorre sapere che la croce Tuaregh caratterizzata da strati di cedro del Tassili, mentre in Air non è rappresentativa di un Kel ma è un simbolo di fertilità e amore, qui essa assume valenza di rappresentanza tribale.
Altra caratteristica fondamentale della Conca di Murzuq è l’assoluta mancanza di forme di vita vegetale, se non in una ristretta fascia nella zona settentrionale dell’erg.


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